Questi del proibizionismo sono anni duri. Ma per chi sa come trarne profitto, possono essere una miniera d’oro.
Mi chiamo William, nato e cresciuto in un sobborgo di Brooklin, a Kennet Street; mi sono fatto da solo, vivendo la vita al massimo e senza regole, tra indigenza e ricchezza.
Il mio club è stato tra i primi a sfidare il governo, dando tutto il conforto che in tempi del genere viene ingiustamente negato. Da me, ci si divertiva, questo è tutto. Ma come tutto ciò che cavalca un’ ideale di libertà, ha un costo. Ho infastidito gli alti papaveri corrotti di questa grande città, ed ho perso tutto in una notte. Il bar, le ragazze, gli amici… Tutto.
Grazie ad un distinto funzionario della marina, a cui tanto sollievo ho dato – almeno così mi ha sempre riconosciuto – sono riuscito ad imbarcarmi sotto falso nome come mozzo su un cargo mercantile, diretto al bel paese, di cui ho tanto sentito parlare da un immigrato nel mio club ( anzi ex-club ) che veniva da Firenze. Una nuova vita mi attendeva in Italia; dovrò ricominciare da zero ma almeno sono libero, e non è forse questa la quinta essenza della vita? Non è questo che ci rende diversi e quindi migliori?
Ho fatto di tutto su quella nave ed anche se faticosamente, alla fine l’ ho sfangata. Ed eccomi alla fine alla meta: Firenze, città delle belle arti e donne bellissime. con un accento fiabesco e quella strana “C” aspirata, che tanto faceva ridere le ragazze. Non ha figli, mi tratta bene, ed anche se il lavoro è duro imparo alla svelta; noi di Brooklin ce la caviamo sempre.
Dice che ho la stoffa ( strano sentirlo dire da un sarto ), e che un giorno la bottega sarà mia; ma io miro in alto, è la mia natura.
Sento che farò grandi cose.
Sono William Doe, sarto americano a Firenze.
William Doe,
Kennet Street Sarto Americano in Firenze, Italia. ”